Le autrici di Lingua Madre

Le biografie delle vincitrici II edizione del Concorso Lingua Madre

Scritto da Segreteria il 02 Febbraio 2009

Rosana Crispim da Costa – Prima Classificata

E’ italo-brasiliana (data di nascita: 31/08/66).
Dopo aver svolto gli studi superiori in Brasile, ha conseguito il diploma di coordinatrice di strutture radiotelevisive in Italia.
Ha pubblicato poesie e racconti in diverse antologie. E’ vice presidente dell’associazione interculturale Eks&Tra con la quale organizza corsi e incontri nelle scuole per sensibilizzare sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione in Italia.
Vive a Sant’Agata Feltria, in un vecchio mulino del 500, insieme alla famiglia, mentre sta ultimando la sua terza raccolta di poesia, racconti e testi per la musica.
Il suo racconto Pazienza ha vinto il Primo premio ne Concorso letterario nazionale Lingua Madre 2007 con la seguente motivazione: “Per aver saputo raccontare una vicenda personale trasformandola in una favola lieve e poetica, in cui sogno e fatalismo s’intrecciano fino a rappresentare una realtà metafisica. Un racconto in cui il tipico simbolismo, frutto della tradizione di un popolo, viene rappresentato con lucida modernità. Una storia sulla maternità come emozione non strettamente biologica e sulle radici culturali del personaggio, dove la maternità assume un significato particolare, si carica d’immagini e di mistero. Ma il mistero più grande si compie nel desiderio di ogni madre di essere tale e non importa il modo ma l’amore che ogni donna sa dare al proprio figlio anche quando questo è ancora nel mondo dei desideri.”

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Loredana Pislaru – Seconda Classificata

E’ rumena (data di nascita 7.3.1977).
Dopo aver svolto le scuole medie, ha conseguito il diploma in sartoria nel suo paese d’origine. Sempre qui ha svolto le sue prime esperienze lavorative, prima in una fabbrica d’abbigliamento, quindi in un’azienda d’allevamento di pulcini, poi come operaia in un’azienda vinicola dove è arrivata a svolgere le mansioni di segreteria. Nel 1999 è emigrata in Italia dove ha vissuto – da clandestina – una durissima esperienza lavorativa come operaia e, allo stesso tempo, badante, in una segheria. L’incontro con la famiglia presso la quale lavora ancora attualmente, regolarmente assunta, le ha consentito di uscire dall’incubo, arrivare alla regolarizzazione e ottenere il ricongiungimento familiare con il marito e il primo figlio. Il secondo figlio è nato in Italia.
Una storia che per alcuni aspetti pare tratta da un capitolo dei Miserabili più che dal racconto di una giovane donna del terzo millennio. Una vita che si svolge ai margini della società, il cui tratto più evidente è l’incapacità di esprimere i propri sentimenti dentro e fuori il contesto familiare: una vita tenuta insieme dal sottile filo di amore verso una terra a cui costantemente si tende.
Il suo racconto Il viaggio ha vinto il Secondo premio nel Concorso letterario nazionale Lingua Madre 2007 con la seguente motivazione: “Un linguaggio semplice, crudo, per raccontare una vita in cui il dolore e la lotta quotidiana  per la sopravvivenza nascondono lo strazio dell’anima, senza nessun cedimento patetico o velleità da prosa d’arte. E’ una narrazione spoglia e intensa, che si affida ai nudi fatti e ai dettagli: la sua forza consiste in questa autenticità nuda, in queste parole scolpite nella pietra. Non c’è ansia di spiegare o commuovere, sono esclusi i toni polemici o sentimentali, eppure nominando gli oggetti qualcosa si fa poesia.”

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Gabriella Kuruvilla – Terza Classificata

Nata da padre indiano e madre italiana, il 26 febbraio 1969, si è laureata in Architettura ed è giornalista professionista. Ha scritto per vari quotidiani e riviste, tra cui il Corriere della Sera, Max, Anna, Marie Claire, Cosmopolitan, Urban e D, occupandosi di attualità, costume, cinema e viaggi. Nel 2002 si è licenziata dal mensile di arredamento Brava Casa (Rizzoli), con cui ha collaborato fino al 2006, per dedicarsi a due grandi passioni: la scrittura e la pittura.  Nel 2001 ha pubblicato, con lo pseudonimo di Viola Chandra, il romanzo Media chiara e noccioline (Ed. DeriveApprodi), nel novembre 2005 è uscita l’antologia Pecore nere  (Laterza), in cui sono presenti due suoi racconti. I suoi quadri sono stati esposti sia in Italia sia all’estero. Attualmente sta lavorando a un’antologia di racconti sull’immigrazione e a un romanzo su maternità e seconde generazioni.
Il suo racconto Documenti ha vinto il Terzo premio nel Concorso letterario nazionale Lingua Madre 2007 con la seguente motivazione: “Un linguaggio secco, puntuale e preciso per raccontare una perdita incolmabile. Sul palcoscenico della vita si è perso per sempre il ruolo di figlia, ma anche la possibilità di conoscere a fondo le proprie  radici.
La perdita di un padre e contestualmente la perdita di una identità culturale, non più figlia e non ancora figlia di una terra che si vorrebbe sentire propria.
Il senso di colpa nei confronti di una cultura che in qualche modo si è rinnegata e la sensazione di essere sempre estranea ad una cultura che si è adottata.
Il racconto di un’anima divisa tra il desiderio di sapere e l’inconscio rifiuto di una realtà  cui si appartiene ma che  si vorrebbe  in qualche modo annientare.
Testimonianza del bisogno atavico di conoscere se stessi e il proprio DNA culturale per poter essere cittadino in una società che si dice multietnica ma che nasconde troppo spesso il malessere di chi non riesce ad esprimere la propria identità.”

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Giovanna Pini – Premio Speciale della Sezione Donne Italiane

E’ nata a Todi il 19.1.79, dopo essersi laureata in mediazione linguistica presso la Scuola Superiore Europea per Interpreti e Traduttori di Perugia, è attualmente iscritta al secondo anno del master in tecniche della narrazione della Scuola Holden a Torino. Ha collaborato con diverse agenzie di formazione, ha lavorato come guida, come animatrice turistica e culturale in Italia e all’estero conseguendo una buona padronanza delle lingue inglese, tedesco, francese parlate e scritte.
Il suo racconto Ancora un po’ di tempo ha vinto il Premio speciale della Sezione donne italiane con la seguente motivazione: “Il racconto semplice del vivere quotidiano per narrare il diverso atteggiamento di due generazioni di fronte al problema dell’inserimento in un paese straniero. Da un lato il compito di mantenere tradizioni e cultura di appartenenza e la preoccupazione di poter dare un futuro migliore ai propri figli;  dall’altro, l’intreccio tra i legami con la terra nativa, gli affetti lasciati, il rispetto delle regole e un desiderio sempre più forte di appartenere alla nuova realtà, di costruirsi affetti nuovi, di riconoscersi e di riconoscere.
Un possibile scontro tra padre e figlia che l’amore ammorbidisce creando le basi per una reale integrazione.”